• RJW - AGC 07-14.10.2023

    RJW - AGC 07-14.10.2023

    Contemporary jewellery

About

Alternatives gallery in collaboration with AGC Associazione Gioiello Contemporaneo, is pleased to present the works of 16 international jewellery designers, by showing their latest artistic research in the field of personal adornment. 
The exhibition will run from 07.10.2023 to 14.10.2023 at Alternatives gallery with opening on 07.10.2023 at 4.30pm, and is an integral part of the event RJW Roma Jewellery Week, now in its 3rd edition, which aims to promote and give value to contemporary designer jewellery.

List of artists: Maura Biamonti, Alice Biolo, Natalia Cellini, Corrado De Meo, Stefano Fronza, Mari Ishikawa, Yukiko Kakimoto, Giulia Morellini, Mariangela Murgia & Alberto Catalano, Liana Pattihis, Roberta Pavone, Daniela Repetto Roberta Consalvo Sances, Babette von Dohnanyi, Yiota Vogli, Yoko Takirai & Pietro Pellitteri


Alternatives Gallery - Kazumi Nagano

Collezione


Maura Biamonti

La ricerca, la sperimentazioni e la creazione fanno parte di lei, la passione che suscitano è simile ad un gioco. Gioco iniziato molti anni fa e che le ha consentito di avvicinarsi alle tecniche tradizionali dell’oreficeria verso la fine degli anni 80. Alla base del suo lavoro c’è l’interazione con la natura, sorgente primaria ed inesauribile di emozione e poesia. Giocando con le texture, i pigmenti, le ossidazioni, cerca di modificare il metallo e di dargli un aspetto differente, più organico e minerale. Al metallo associa pietre ed altre materie, naturali e sintetiche per creare contrasti, contraddizioni e complicità.
RJW - Annarita Bianco
RJW - Adrean Bloomard

Nell’ultimo anno, Biolo ha esplorato il tema del dolore e del trauma nel suo lavoro, aprendo un dialogo sulla salute mentale, con l'obiettivo di normalizzare le emozioni umane. In questa sua ultima collezione, l’artista si interessa al lato nascosto dell'animo umano, creando scomparti segreti, atti a stabilire un rapporto intimo solo con chi lo indossa. Le sue opere sono caratterizzate dall'uso di spille affilate in acciaio inossidabile, a rappresentare il trauma, occasionalmente abbinate a pietre, in particolare quelle rosse, per simboleggiare il sangue e il dolore. Questi elementi sono racchiusi in strutture di argento, realizzate con cura mediante l’uso di un saldatore laser per preservare la qualità dell'acciaio inossidabile e delle pietre senza applicare calore attraverso tecniche tradizionali come la saldatura.

Alice Biolo

Natalia Cellini

Il nucleo del suo lavoro è l’elaborazione del rapporto con i materiali che evocano la sua “storia”: una storia che racconta un territorio aspro, montuoso, una regione di minatori, di contadini, di gente che vive di terra e con la terra, un’infanzia plasmata da legami e ritualità. Non c’è nulla di prezioso nelle vite di questi uomini, così come non c’è nella sua arte: preziosa è la costanza, la pazienza e la fatica con la quale costruisce le sue opere. Quel mondo vuole portarlo addosso. Ha iniziato a lavorare la pietra, ad ascoltarla: la sua struttura suggerisce una direzione e determina cosa si può fare. C’è sempre una negoziazione tra il materiale utilizzato e l’idea che si ha nella propria mente. Tutta la densità emotiva generata dal suo passato viene alla luce, richiamata da un ‘incontro’ fortuito, da una suggestione, da un odore. Pazientemente attende il determinarsi della forma, così come i carbonai del suo paese attendevano che il fuoco cambiasse il legno in materiale fossile.

RJW - Natalia Cellini
RJW - Corrado De Meo

Le opere di De Meo rappresentano piccoli scenari racchiusi in una cornice dove, nel processo di creazione, l’artista focalizza simbolicamente la sua attenzione su un fotogramma, rappresentando, attraverso un frammento o la rugosità della materia, le sue emozioni. Egli è abile nel dare una leggerezza inaspettata a volumi importanti mediante l’utilizzo di materiali leggeri. Mantiene una coerente armonia ed equilibrio estetico in grado di superare il caos potenzialmente indotto dalla trasformazione della materia. Le forme create possono essere riflessioni sul colore di certi paesaggi toscani all'alba o al tramonto, o le ombre che la luce produce su una superfice ruvida, o ancora la relazione di forme proiettate in uno spazio dove il tempo è sospeso.

Corrado De Meo

Stefano Fronza

Lo Specchio
Nei lavori di questa serie Stefano Fronza aggiunge un tassello importante alla sua ricerca per la realizzazione di “oggetti d’arte” che chiedono di essere guardati lasciandosi assorbire dai colori, dalle luci e dalle forme per un divenire continuo di sensazioni. L’idea che lo guida è il desiderio di fondere la sapienza orafa con la fantasia fissata nell’immagine fotografica elaborata da raffinate tecniche digitali. Lo specchio, per Stefano Fronza, si riferisce al doppio valore delle sue creazioni, accessori principe che illuminano outfit speciali, ma anche piccole sculture che impreziosiscono gli arredi della casa. C’è una specularità anche nei processi di realizzazione dei gioielli di Stefano Fronza laddove l’immediatezza dello scatto fotografico che coglie dettagli di piccole realtà che lo ispirano, diventa interprete di un sentire più profondo attraverso l’elaborazione digitale, che accentua e sfuma il colore e le luci della realtà. Sono quegli attimi che sulle superfici nette delle sue geometrie, diventano espressione di una personalissima e riconoscibile arte orafa.

RJW - Stefano Fronza
RJW - Mari Ishikawa

Mari Ishikawa cattura la bellezza dei momenti fugaci della vita di tutti i giorni e li cristallizza in gioielli, dandoci la possibilità di osservare gli istanti fuggenti della nostra esistenza. Nel mondo di oggi, in cui la tendenza è quella di guardare distrattamente le cose, l’atto di soffermasi, di dedicare del tempo, può portare ad una maggiore gioia di vivere. “Se non provi a vederlo, non lo vedrai; è solo quando ci provi che inizi a vederlo.” Le opere della collezione (UN)LOCKED parlano di immobilismo, dove la chiave rappresenta lo strumento nelle nostre mani per sbloccare una situazione. La strada verso il cambiamento è davanti a noi, la luce dietro alle nuvole. La chiave come simbolo di un oggetto che può aprire molte porte e modificare situazioni che sembrano insuperabili, portando a soluzioni inaspettate. “Non esiste una notte senza fine”.

Mari Ishikawa

Yukiko Kakimoto

L’arte del Kintsugi non è solo una tecnica ma è parte integrante di una cultura giapponese a cui Kakimoto appartiene profondamente. Il Kintsugi, oltre ad essere un metodo per riparare la ceramica incrinata o rotta, è anche la precisa volontà di conservare e riutilizzare un oggetto caro, custode dei nostri ricordi. Il Kintsugi tradizionale viene eseguito utilizzando Urushi, che è la linfa prelevata dall'omonimo albero, applicata poi in più strati sottili per riparare insieme i pezzi danneggiati. Dopo aver riunito le parti, si aggiunge dell'oro o altri materiali naturali alle crepe per rifinire il tutto. Questa tecnica è dunque assimiliabile al modo in cui cerchiamo di guarire noi stessi nelle nostre vite dalle ferite fisiche o emotive. Il processo di guarigione dal disagio fisico o emotivo viene spesso eseguito lentamente nel tempo, un passo alla volta, proprio come il processo di applicazione ripetuta di Urushi. Più tempo e impegno dedichiamo a questi pratiche, più forti diventiamo. Possiamo scegliere di guarire in privato e nascondere quelle cicatrici, oppure possiamo scegliere di lasciare che diventino parte del nostro meraviglioso apparire, della nostra personalissima storia. Una cicatrice è molto di più di un segno, è un ricordo.

RJW - Yukiko Kakimoto
RJW - Giulia Morellini

Creare gioielli è per lei è un modo di materializzare i suoi sentimenti e pensieri, un modo di dare forma alle sue emozioni. Attraverso il fare artigianale, è in grado di dare vita ad oggetti unici e personali, che raccontano una storia e portano con sé l’essenza dell’individualità. Crede che nel gioiello ognuno di noi possa trovare una parte di sé, una parte della propria identità e sentirsi libero di esprimerla senza timore. I suoi gioielli vogliono essere un invito a scoprire la propria bellezza interiore e a indossare un segno tangibile della propria unicità.

Giulia Morellini

Mariangela Murgia e Alberto Catalano

Con la modellazione e la stampa 3D, Alberto e Mariangela realizzano oggetti estremamente vari e complessi. Nonostante la premessa sia l’elevato tasso di tecnologia, per loro l’uso del disegno e dell’artigianalità mantiene un ruolo centrale nella fase di concezione dell’idea, nella creazione dei prototipi di studio e nella post-produzione. I loro progetti partono spesso da forme naturali e organiche. Quello che vogliono è fissare un fenomeno in una forma in movimento, fluida, che ne esprima il divenire e le sue tensioni interne. Ecco quindi, il creparsi del terreno, il crescere di una pianta, l’azione del vento o le onde del mare che si infrangono con forza sugli scogli.

RJW - Mariangela Murgia e Alberto Catalano
RJW - Liana Pattihis
In this latest body of work, broken crockery is transformed into unique, wearable objects which offer the opportunity to celebrate not only their origin, but also their fragmented incidental qualities. The pieces are mostly hand painted, vintage or antique, and there is always lavish quality and craftsmanship associated with their age. The embellished broken pieces, which once formed part of a 'bigger picture', now have their own independent story to tell, as they carry the memory of the original objects, implying their history and assume a new identity as contemporary jewellery.
The pieces are wearable vessels, created by the amalgamation of discarded broken glass, porcelain and silver chain, which conceal a perfume vial.

Liana Pattihis

Roberta Pavone

L’atto di osservare tutto ciò che accade intorno a lei, la porta a metabolizzare e rielaborare quanto avvenuto, sprigionando un’istintiva ed urgente necessità a creare ed avere un contatto diretto con la materia metallica che adora plasmare a mano libera, dando forma ed equilibrio alle sue opere, facendosi trascinare dal sentimento e dalla materia stessa per vedere solo dopo, con sguardo curioso cosa hanno da mostrare.

RJW - Roberta Pavone
RJW - Daniela Repetto

Provenendo da una formazione pittorica, Repetto ha sviluppato uno spiccato senso del colore. Da sempre interessata al gioiello, negli anni ‘90, attraverso l’insegnamento dello scultore Arnaldo Pomodoro, ha iniziato il suo percorso in questo particolare ambito artistico. Le sue forme, caratterizzate talvolta da volumi importanti, si contraddistinguono, appunto, per una costante presenza del colore, data dall’utilizzo degli smalti a fuoco, antica tecnica che ha affinato nel corso degli anni. Nel tempo il suo lavoro si è evoluto verso espressioni più poetiche e meno didascaliche, attraverso l’ispirazione alla scultura del ‘900, all’architettura di Gaudì e al colorismo di Matisse.

Daniela Repetto

Roberta Consalvo Sances

ANHELITUS
Dirompente e incontenibile, un moto di ribellione scaturisce quando la nostra libertà è minacciata o messa in discussione. La costrizione, intesa come limite imposto, è in grado di scatenare una potente energia il cui punto critico genera un anelito di libertà difficilmente contenibile. Catturare questo momento di tensione è il tema centrale dei suoi ultimi lavori, ispirati e sviluppati durante il lockdown, quando la nostra libertà, fisica e mentale, è stata duramente compressa dalle restrizioni imposte.

RJW - Roberta Consalvo Sances
RJW - Babette von Dohnanyi

All’inizio un’idea fugace, un primo disegno di un immagine nata dall'immaginazione. È già in mente la prima selezione dei materiali, che ne determinerà l'estetica, le proporzioni e quella tensione interiore senza la quale il nuovo gioiello rimarrebbe solo un oggetto senz'anima. Sentimenti poetici e teneri, quando le mani iniziano a penetrare la materia e a plasmarla per creare un primo abbozzo, con sempre maggiore sicurezza. Ma poi, quando l'idea è stata messa in pratica sul banco di lavoro, arriva il momento dell'autoriflessione. Il creatore si trasforma in un osservatore distante del proprio lavoro, consapevole del fatto che senza una severa autocritica non ci sarà ulteriore sviluppo artistico.

Babette von Dohnanyi

Yiota Vogli

La pandemia ha creato una crisi globale che ha avuto un profondo impatto sul modo in cui percepiamo il nostro mondo e la nostra vita quotidiana. L’attacco del virus ha bloccato città e persino interi paesi. In quei momenti difficili, la creatività è diventata per Vogli la via d’uscita per mantenere un equilibrio. Avendo a casa pochi materiali a disposizione, ha iniziato a tagliare, arrotolare e incollare insieme pezzi di nastro adesivo. Questo è diventato un processo meditativo che ha portato a ricordi di una vita così diversa rispetto a quella in cui siamo stati improvvisamente costretti a vivere. Tagliare, arrotolare, incollare insieme ancora e ancora, trasformando come un narratore immagini, persone, emozioni, paura, rabbia, tristezza e speranza in forme colorate, delicate e fragili, sostenute da strutture solide, nel tentativo di creare gioielli capaci di trasmette quel senso di benessere che solo i momenti semplici della vita riescono a dare.

RJW - Yiota Vogli
RJW - Yoko Takirai e Pietro Pellitteri

I gioielli di Yoko Takirai e Pietro Pellitteri uniscono la cultura giapponese a quella italiana, in uno studio ed esplorazione del concetto di spazio e movimento. L’ispirazione del lavoro si traduce in forme geometriche che rivelano leggerezza ed eleganza. Il loro spirito creativo si esprime in forme semplici che si evolvono dalla loro purezza, in un continuo gioco tra vuoto e pieno, assenza e presenza, forza e delicatezza. Il risultato finale della loro ricerca è dunque un gioiello armonioso, coerente e carico di culture millenarie.

Yoko Takirai e Pietro Pellitteri